Dopo che già in lavori precedenti Beate Gantz aveva proiettato il corpo femminile alla ribalta della sua vena ispiratrice, in questo ciclo, fatto di disegni a penna ed opere a tecnica mista (acrilico, china e tempera) realizzate tra il 1999 e il 2002, l'artista riprende il soggetto della corporeità muliebre facendone però emergere una dimensione diversa.
Testo originale: Karin Dalla Torre
Traduzione italiana: Alberto Clò